SCHEMA THERAPY
La Schema-Focused Cognitive Therapy, è stata sviluppata da Young e colleghi negli anni Novanta. È un approccio psicoterapeutico articolato che integra le tecniche della Terapia Cognitivo Comportamentale, con elementi derivati dalla teoria dell’attaccamento, dalla Gestalt, da terapie interpersonali e psicodinamiche. Tutto questo allo scopo di aiutare i pazienti che soffrono di problematiche psicologiche significative e invalidanti (disturbi di personalità, ansia e depressione cronica, prevenzione delle ricadute dal disturbo da uso di sostanze…).
La Schema Therapy riconosce l’esistenza di una serie di bisogni emotivi universali che ogni essere vivente possiede fin dalla nascita e per tutto il corso della sua vita. Il soddisfacimento adeguato di questi bisogni nell’infanzia favorisce un equilibrio psicologico interno sano che rende l’individuo capace, nell’arco della sua vita, di imparare a soddisfare autonomamente tali bisogni in modo funzionale e diretto al suo benessere psicofisico e relazionale.
I bisogni emotivi universali includono:
a) Bisogni di sicurezza, stabilità, cura e accettazione;
b) Bisogni di autonomia, abilità e senso d’identità;
c) Bisogno di essere liberi di esprimere le proprie esigenze ed emozioni;
d) Bisogno di spontaneità e gioco;
e) Bisogno di limiti realistici che favoriscano l’emergere dell’auto-controllo.
La Schema Therapy, pur sostenendo l’universalità di questi bisogni emotivi, ritiene che gli individui possano differire tra loro per l’intensità di un particolare bisogno: alcuni possono avere un forte bisogno di spontaneità e di espressione creativa, altri possono essere particolarmente predisposti alla richiesta di cure. Fondamentale in ogni individuo, per lo sviluppo della fiducia personale, è il bisogno di sicurezza.
Lo sviluppo dei bambini verte intorno al soddisfacimento dei propri bisogni di base da parte dei genitori o di coloro che se ne prendono cura. Quando questi bisogni non vengono soddisfatti in maniera adeguata, si formano degli “Schemi Maladattivi Precoci” (SMP). Uno schema maladattativo precoce è definito da Jeffrey Young come: “un tema o un aspetto generale, rigido e pervasivo: comprende ricordi, emozioni e cognizioni. É relativo a sé, alle proprie relazioni con gli altri e alla propria visione del mondo. Insorge durante l’infanzia o l’adolescenza e viene elaborato nel corso della vita”.
Pur essendo fonte di sofferenza, gli schemi maladattivi sono mantenuti dalla persona in quanto rappresentano il conosciuto, il familiare da cui non ci si vuole distaccare. Ecco perché si viene attratti dalle situazioni che rafforzano gli schemi, rendendo difficile non solo il cambiamento ma anche il riconoscimento della loro disfunzionalità. Abbandonare uno schema può essere un’esperienza molto destabilizzante, Young parla di una vera e propria “dichiarazione di guerra”, finalizzata al raggiungimento di un maggior benessere e alla costruzione di un’immagine di sé più positiva.
L’obiettivo della Schema Therapy è quindi quello di trasformare gli schemi maladattivi in schemi più funzionali. Il cambiamento auspicato prevede l’apprendimento di nuove strategie adattive e di stili di strategie di adattamento (coping). Grazie a questo triplice lavoro cognitivo, emotivo e comportamentale, lo schema andrà via via a indebolirsi, attivandosi di conseguenza sempre meno e sempre con minor intensità.