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Tre Assi da calare per la riduzione dello stigma sul peso

  • Daniele Di Pauli
  • 2 nov
  • Tempo di lettura: 1 min

Lo stigma sul peso è globale, diffuso e difficile da ridurre

Possiamo calare tre assi strategici per ridurre lo stigma sul peso:


1-Formazione e sensibilizzazione:


Formare tutti gli operatori sanitari sullo stigma verso l'obesità, comunicazione rispettosa, consapevolezza delle proprie percezioni verso l'obesità e persone con obesità.


Sensibilizzare media, decisori e comunità sull’impatto dello stigma (salute, dignità, costi).


Educare su causalità e complessità dell’obesità: genetica, ambiente, biologia e non ridurla a “scelte personali”.



2- Ambienti, linguaggio e pratiche inclusive:


Adattare spazi clinici e attrezzature (sedie, bilance, lettini da visita) per tutte le taglie, in modo che le persone non si sentano "escluse" o in imbarazzo.


Utilizzare linguaggio “people-first” (“persona con obesità” non “obeso”), chiedere il permesso, rispettare le preferenze individuali. Non esistono termini accettati da tutti (quindi chiediamo)


Revisionare immagini, messaggi e campagne: evitare stereotipi colpevolizzanti, puntare su salute, funzionalità e inclusione.



3- Politiche, narrazione e struttura sistemica:


Promuovere politiche e normative che vietino discriminazioni basate sul peso in ambiente sanitario, lavoro, scuola.


Cambiare la narrazione pubblica: da “peso = colpa” a “complessità, salute, diritti”.


Sostenere la ricerca globale e interculturale sullo stigma del peso per garantire interventi efficaci in contesti diversi.



Daniele Di Pauli#stopallostigmasulpeso

 
 
 

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